Pubblicato da Mariano Paesani

domenica 1 aprile 2007

Rassegna stampa 01 aprile 2007

La rassegna stampa del mondo dell’ospitalità
01 aprile 2007

(Hotels, ADV, Istituzioni,Trasporti, Associazioni, Normative e Leggi)


Fidenza Village collabora con Parma incoming e Castelli del Ducato
Obiettivo prioritario per il periodo 2007-2008 la realizzazione di un’importante rete di contatti


Fidenza Village si pone come obiettivo prioritario per il periodo 2007-2008 quello di realizzare un’importante rete di contatti con operatori del settore turistico che ad oggi sono attivi in un’area di circa 400 km, inserendo così il villaggio come una delle principali mete per lo shopping all’interno delle varie offerte e pacchetti-viaggio. In questa ottica Fidenza Village ha instaurato già una collaborazione con i due tour operator (Parma incoming e Castelli del Ducato) della provincia di Parma, elaborando così una serie di week-end per singoli e gruppi che includono Fidenza Village all’interno del loro itinerario. Oltre agli operatori turistici Fidenza Village collabora con enti pubblici e privati locali e nazionali. Specifiche attività di co-marketing vengono intraprese anche con aeroporti limitrofi (Milano Linate, Malpensa, Bologna e Parma), principali vie d’accesso di un turismo internazionale. Fidenza Village collabora ad oggi con oltre 250 strutture alberghiere dalle 3 alle 5 stelle lusso tra Parma e Milano, in cui i clienti possono trovare materiale informativo, brochure del villaggio, inviti riservati per partecipare a eventi nella struttura e negli altri 8 outlet europei del Gruppo Value Retail.

GVupdate


Sas, entro fine 2007 un sistema di check-in on line accettato in tutti gli aeroporti europei
Sempre più viaggiatori scelgono di effettuarlo on line


Sempre più viaggiatori Sas scelgono di effettuare il check-in on line che consente di ritirare la carta di imbarco dalle postazioni automatiche e usufruire di una corsia preferenziale in aeroporto. Entro la fine del 2007 la compagnia introdurrà un sistema di check-in on line accettato in tutti gli aeroporti europei che consentirà di ricevere e stampare da casa il codice di imbarco. In questo modo sarà possibile effettuare il check-in in modo ancora più rapido evitando inutili code. Inoltre tutti i passeggeri Sas che viaggiano in classe Business o Economy Extra, hanno accesso alle corsie Fast Track per il controllo di sicurezza e potranno quindi presentarsi all’imbarco solo 15 minuti prima della partenza.

L’Arabella Sheraton Cape Town diventa Westin Grand Hotel
Per allineare il prodotto più con il brand Westin che con quello Sheraton


L’Arabella Sheraton Grand Hotel di Cape Town avrà accesso ai marchi Starwood, che annovera The Luxury Collection, St. Regis, Westin, Le Méridien, Sheraton e Four Points. Tra i cambiamenti che coinvolgeranno la struttura, uno particolarmente degno di nota, è la rinomina dell’hotel che, da Arabella Sheraton Grand Hotel diventerà Westin Grand Hotel, motivata dalla necessità di allineare il prodotto più con il brand Westin che con quello Sheraton. La rinomina verrà affiancata da programmi di training per lo staff perché possa far propria al meglio la filosofia Westin e dall’upgrade sistematico delle camere, che includerà l’introduzione di letti, bagni e docce a marchio Heavenly e l’adozione di sistemi d’intrattenimento e tecnologici in tutte le stanze. I lavori di ammodernamento e upgrade della struttura si concluderanno entro luglio 2007. “L’hotel è già stato all’unanimità riconosciuto come uno dei migliori d’Africa. – afferma Heinz F. Gru, area manager per Arabella Starwood Hotels & Resorts in Sudafrica –. Il nuovo branding, gli standard di prodotto e servizio ai quali andremo ad adeguarci, ci offrono oggi la reale opportunità di essere il meglio sul mercato di Cape Town, del Sudafrica e non solo”.

Sina Fine Italian Hotels sostiene il festival Printemps du nouveau cinéma français
Per il terzo anno consecutivo


Sina Fine Italian Hotels rinnova per il terzo anno consecutivo il suo sostegno a favore del festival Printemps du nouveau cinéma français, in programma a Roma fino al 1° aprile, in qualità di sponsor tecnico. Presente nella capitale con lo storico Hotel Bernini Bristol in Piazza Barberini, la catena continua ad appoggiare gli eventi cittadini, con attenzione per quelli legati al cinema italiano ed internazionale, essendo stata, tra l’altro, una delle sedi della prima edizione di Cinema. Festa Internazionale di Roma. In occasione della quarta edizione della manifestazione, “Italia, je t’aime”, che quest’anno si accentra sullo storico intreccio tra Francia e Italia, attraverso lo sguardo politico di un documentarista francese sui miti della storia e della società italiana (Jean-Louis Comolli) e i film di tre esponenti di spicco di entrambe le cinematografie, quali Sergio Castellitto, Ettore Scola e Fanny Ardant, l’ Hotel Bernini Bristol offre gratuitamente i biglietti per la visione dei film proposti dal festival, tutti in lingua originali e provvisti di sottotitoli, a chi soggiorna presso l’albergo durante il periodo della manifestazione, effettuando la prenotazione direttamente tramite l’ufficio marketing.
GVnostop

Search engine optimization - L'analisi delle parole chiave

Nella strategia di posizionamento e ottimizzazione nei motori di ricerca, le parole chiave rappresentano un elemento essenziale per il successo, se utilizzate al meglio.

Che siano fondamentali rientra nell'ABC del marketing Web riferito ai motori di ricerca: le parole chiave sono veramente la chiave per rendere efficace il proprio business online. Meno chiaro è come lo siano. Ci sono parole chiave che generano una gran mole di traffico ma poco business, per esempio. Parole che si pensano chiave ma che non lo sono alla prova dei fatti. Parole ancora che aiutano la conoscenza di un prodotto, altre che portano a venderlo.

Tre caratteristiche per le parole chiave
Quali parole chiave utilizzare, allora, per massimizzare l'effetto desiderato? Ogni sito deve evidentemente trovare le proprie, non solo per lo specifico business messo in atto, ma anche in funzione degli obietti prefissi (generare traffico, far conoscere un brand o un'azienda, generare business o altro ancora). Le parole che si scelgono, però, devono comunque rispondere a requisiti particolari.
Pertinenza. Le parole chiave inserite devono essere pertinenti al contenuto del sito. Ci sono statistiche e classifiche delle parole chiave più digitate nei motori, ma non è detto che abbiano a che fare con il proprio sito. Introdurre parole "civetta" solo per generare traffico è la scelta peggiore che ci possa essere. Sul Web in particolare, gli utenti vogliono ottenere risultati, e la possibilità di sviare da un esito non voluto è a portata di mano di ogni utente. Senza considerare che l'utente stesso sarà mal predisposto nei confronti di un sito che non risponde alle sue ricerche iniziali. Allo stesso modo, non vale la pena forzare i motori di ricerca con trucchi o ridondanze: la correttezza paga.
Precisione. I termini devono essere precisi. I concorrenti online sono moltissimi e utilizzare termini pertinenti ma generici non sembra essere una scelta convincente. Il nome generico del prodotto deve essere fornito, ma è meglio farlo seguire dalla marca precisa che viene trattata. La query di ricerca che gli utenti inseriscono nel motore è normalmente composta da "nome generico + nome marca (o modello)". Chi utilizza query con il solo nome generico non cerca prodotti specifici, ma informazioni di tipo generale.
Aggiornamento. Le parole chiave devono essere aggiornate, per almeno due buoni motivi. Intanto, perché nel tempo le posizioni nei motori di ricerca possono essere perse a vantaggio di nuovi competitor. In secondo luogo perché devono seguire rigorosamente le proprie offerte, che si presume cambino nel tempo. Non aggiornare le parole chiave è equivalente a non aggiornare le offerte, almeno pensando ai motori come generatori di traffico qualificato.

Nei panni dell'utente
Se quelle sopra elencate sono le caratteristiche di base delle parole chiave non bisogna trascurare che esistono visioni diverse tra chi sta da una parte e dall'altra del sito Web. All'interno dell'azienda possono esistere espressioni gergali o tecniche comunemente usate, ma lontane dall'uso degli utenti. Ciò che si inserisce come parola chiave (salvo nomi di marche o modelli specifici) deve essere alla portata di un utente qualsiasi (tipicamente "leggibile da qualsiasi persona che abbia la licenza media", come si dice nei giornali). È ovvio che si tratta di una considerazione generale, da tarare anche rispetto alle attese di pubblico da intercettare. Per esempio se si cercano clienti specializzati (come professionisti di un certo ramo), le parole chiave da inserire devono rispondere al loro modo di parlare di quei prodotti o servizi. Il metodo giusto è porsi dalla parte dell'utente che si vuole intercettare e utilizzare lo stesso lessico che lui utilizzerebbe. Allo stesso modo si può pensare a frasi chiave, brevi e formulate come le richieste principali che si presumono gli utenti possano fare.

Recuperi marginali
Pur non essendo centrali nella strategia di keyword analysis, non devono essere trascurati i recuperi (marginali, ma magari interessanti) degli utenti che sbagliano la digitazione. Ciò è valido soprattutto per marche o modelli che possono facilmente essere fraintesi (tipica è l'italianizzazione di parole straniere). Questi recuperi avvengono attraverso l'introduzione di termini chiave che rispondono alle parole chiave tradizionali scritte con i più frequenti errori di battitura oppure nella forma distorta più comune.


Data protection --- Le aziende europee perdono i dati


Una ricerca di McAfee mette in luce come le aziende europee siano a rischio perdita dati. Le spese, anche ingenti, in sistemi di backup e di protezione dei dati viene messa in crisi dal fattore umano.

Sistemi di backup automatico, antivirus, firewall e soluzioni di sicurezza avanzate contro attacchi hacker dall'esterno, protezione fisica dei dispositivi: i più costosi e ingenti investimenti in sicurezza sono vanificati, nelle aziende europee, dal fattore umano. Sono i dipendenti a mettere a repentaglio i dati sensibili aziendali: questo sostiene una ricerca condotta da ICM Research per conto di McAfee.

I danni dall'interno
Lo studio compiuto su 600 impiegati di aziende europee non lascia margini di dubbio. Ogni settimana, circa 176 milioni di documenti sono portati fuori dalle mura aziendali dai dipendenti. Per la maggior parte, si tratta di documenti interni quotidiani e delle schede dei clienti dell'azienda, seguiti dai dati finanziari dell'azienda stessa. In media, un impiegato europeo porta fuori dall'ufficio 11 documenti ogni settimana. Inoltre, una volta portati fuori dall'azienda, questi dati sono spesso condivisi con altre persone: quasi un quinto dei dipendenti condivide le informazioni con contatti esterni, anche se la percezione che un trattamento riservato sia fondamentale è molto diffusa, superiore al 90%.

Come escono i dati
Il sistema preferito per portare fuori le informazioni è quello della spedizione via e-mail a terze persone, ma ci sono anche i supporti come le memory stick, gli scambi di informazioni via instant messaging, la stampa su carta. In molti casi, i dati sono portati fuori sempre per uso lavorativo, anche in buona fede, ma i dipendenti non prendono alcuna precauzione sulla possibilità che le informazioni cadano nelle mani sbagliate. Al momento di lasciare l'azienda, poi, oltre la metà degli impiegati sembra propensa a portarsi via una parte dei dati e delle informazioni aziendali.

La colpa non è solo dei dipendenti
Da questo quadro emerge una situazione ampiamente deficitaria in termini di sicurezza interna. D'altronde, dalla ricerca emerge chiaramente anche la responsabilità delle aziende. Oltre un terzo delle società europee (37%) non ha stabilito delle policy per il trattamento dei dati sensibili, e nel caso in cui esistano, circa un quarto dei dipendenti (24%) non ne è affatto a conoscenza.

I rimedi
Come è evidente, a fronte di questi pericoli di sicurezza le aziende hanno mezzi repressivi o di protezione limitati. Decisamente più importante è quindi la prevenzione e la formazione. Su quest'ultimo versante si fa sempre molto poco, ma probabilmente si tratta dell'elemento chiave nello sviluppo delle politiche complesse di protezione informatica aziendale. Il fattore umano è fattore di rischio non solo per la diffusione di dati sensibili, ma anche per l'introduzione nel sistema interno di pericoli informatici esterni. Quindi corsi di aggiornamento e formazione del personale sul fronte della sicurezza devono essere previsti regolarmente.

Le policy di protezione
Prima di tutto devono essere stabilite delle policy di sicurezza chiare e precise. La loro sintesi deve essere sempre facilmente reperibile nei luoghi aziendali più visitati e frequentati, in modo che il messaggio raggiunga tutti i dipendenti. Quindi, le regole di protezione devono essere inviate a tutti i dipendenti a cadenze fisse (nel circuito di e-mail interna, per esempio) ed essere sempre presenti sulla Intranet aziendale (se esiste). Infine, non si scelgano delle regole eccessivamente restrittive: la repressione non sempre funziona, e in ambito aziendale rischia di essere un boomerang. I dipendenti vanno valorizzati e responsabilizzati, non demoralizzati e puniti. Si scelga per esempio di consentire di portare fuori dall'azienda materiale utile allo studio di un caso o di un progetto, previo l'assenso del responsabile (che saprà quali dati escono) e con una chiara indicazione sugli atteggiamenti da tenere nei confronti di soggetti estranei.

Shinynews


Firenze - Albergatori e Polizia vanno online
A Firenze un accordo permette di inviare le schede delle presenze negli hotel direttamente via Internet
- (28 Marzo 2007)

La collaborazione fra pubblico e privato ha dato vita a Firenze al progetto “Alloggiati”. Gli albergatori del capoluogo toscano potranno infatti consegnare per via telematica le schede che registrano le presenze nei loro alberghi.
Un'iniziativa che permetterà di risparmiare 3,5 milioni di euro e 25 mila quintali di carta l'anno. Il progetto, già avviato prevede la scomparsa delle schede cartacee che saranno sostituite da una versione on line inviata al centro elaborazione dati della Polizia di Stato.
Realizzato con il coinvolgimento delle associazioni di categoria, il progetto prevede che il gestore del singolo albergo inoltri richiesta all'ufficio licenze della Polizia, tramite l'associazione albergatori di appartenenza o l'agenzia del turismo, per ottenere la password necessaria per accedere al servizio.
In questo modo gli albergatori non dovranno più consegnare a mano le schede, mentre la Polizia potrà effettuare controlli in tempo reale delle presenze a fini preventivi generali. Inoltre, le forze dell'ordine potranno impiegare in maniera più utile il personale che fino a oggi doveva inserire a mano le schede nella banda dati della Polizia.

Smaunews

VINITALY: NASCE LA FIGURA DEL WINE LOVER

(AGI) - Verona, 31 mar. - Per una bottiglia speciale spenderebbero piu' di 500 Euro, ogni anno comprano anche 300 bottiglie, frequentano abitualmente le enoteche e un terzo dei week end lo dedicano al turismo eno-gastronomico: sono i wine lover, una tribu' di quasi 2 milioni di appassionati, tra professionisti, imprenditori e manager e il vino per loro diventa un vero e proprio stile di vita.
Secondo gli organizzatori di Vinitaly, il vino non e' piu' solo il miglior accompagnamento di un buon piatto, ma per gli italiani rappresenta una vera e propria passione, un piacere personale: sono sempre piu' numerosi infatti i consumatori preparati ed esigenti (67%), informati (41,6%) e spesso dei veri intenditori (22,8%), disposti a spendere in termini di quantita' ma soprattutto di qualita' delle bottiglie.
Nello scegliere e acquistare il vino sono ancora predominanti gli uomini, ma sempre piu' donne si informano, partecipano a degustazioni e week end eno-gastronomici, leggono e amano il vino.
Un popolo, quello degli amanti del vino, in continua crescita ed evoluzione, tanto che a livello internazionale si inizia gia' a parlare di una vera e propria "tribu'", quella dei Wine Lover, ovvero dei super appassionati che tutti i giorni o quasi accompagnano i pasti con il vino, partecipano a degustazioni, acquistano guide per tenersi aggiornati e che per una bottiglia "speciale" sarebbero disposti a spendere anche piu' di 500 euro.
In Italia sono ancora una nicchia e rappresentano tra il 3% e il 4% della popolazione maggiorenne, ovvero quasi 2 milioni, appartengono alle fasce piu' alte della popolazione e possono "investire" tempo e denaro in questa che considerano un vero e proprio stile di vita.
Questo e' quanto emerge da uno studio commissionato da Vinitaly e realizzato da Eta Meta Research attraverso 101 interviste ad aziende agricole produttrici di vino e 518 a consumatori e conoscitori di vini (consumo abituale di vini almeno 1/2 volte a settimana, buona conoscenza, acquisto personale, profilo socio demografico medio alto in base a reddito netto complessivo mensile familiare dichiarato maggiore di 3.000? mensili o professione (quadro, funzionario, dirigente, imprenditore, libero professionista, commerciante), con l'obiettivo di tracciare il profilo socio - comportamentale del Wine lover nazionale.(AGI)


Siglato il trattato - Il Mediterraneo è turismo

Palermo. I delegati dell'Uftaa, l'unione internazionale degli agenti di viaggio, hanno firmato a Roma un trattato per costituire la «Regione mediterranea», che integra l'intera area in quanto destinazione turistica con un unico brand e un portale virtuale di prodotti. E' un'intesa che acquista maggior risalto in vista della zona di libero scambio euromediterranea che scatta nel 2010.
Alla firma del trattato erano presenti i rappresentanti di Algeria, Croazia, Grecia, Israle, Italia, Malta, Montenegro, Marocco, Spagna, Egitto, Macedonia, Monac, Francia, Tunisia e Turchia. Si getteranno le basi per consentire ai turisti di visitare due-tre Paesi dell'area, ed è già allo studio un pacchetto 3X3, ossia tre giorni a Roma, tre a Gerusalemme e tre al Cairo alla scoperta dei luoghi più significativi delle tre religioni monoteistiche. Il prossimo incontro si terrà a Casablanca nel contesto della conferenza mondiale del turismo (17-21 novembre).
Presidente della «Regione mediterranea» è stato eletto per acclamazione il catanese Mario Bevacqua che ha colto l'occasione per evidenziare come l'unico Hub attualmente attivo, che offre un prodotto turistico completo, si trova a Catania.

Lasicilia.it


Sgravi fiscali per efficienza energetica: modulistica e istruzioni sul sito Enea

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha incaricato il Dipartimento Ambiente Cambiamenti Globali e Sviluppo Sostenibile dell'ENEA (Ente per le Nuove tecnologie l'Energia e l'Ambiente), di procedere alla promozione ed al monitoraggio degli interventi di efficienza energetica previsti dalla Finanziaria 2007 nel settore residenziale, terziario e industriale.
Da Aprile 2007 sarà possibile la compilazione online della modulistica per le detrazioni Irpef del 55% per interventi di ristrutturazione energetica, operativa dal giorno 30 aprile 2007.
Basterà registrarsi per accedere un'area informativa indirizzata al grande pubblico sugli incentivi e sulle procedure per ottenerli. Il decreto interministeriale che attua i commi da 344 a 349 della Finanziaria prevede che l’attestato di certificazione o di qualificazione energetica e la scheda informativa relativa agli interventi realizzati siano trasmessi all’Enea, entro 60 giorni dalla fine dei lavori, attraverso il sito internet www.acs.enea.it, o a mezzo raccomandata.
Il Dipartimento Ambiente Cambiamenti Globali e Sviluppo Sostenibile dell'ENEA conduce attività di ricerca in materia ambientale, sviluppa tecnologie e metodologie per il monitoraggio e la conservazione dell'ambiente in relazione alle caratteristiche territoriali locali e alle strategie di azione internazionale sui cambiamenti globali in atto

Praxa.it


Disappearing front desk

CARY - Something is disappearing from hotel lobbies across the Triangle: the imposing, impersonal front desk.

Desks that resemble tables or podiums are replacing those long, marble barriers -- for decades the cold centerpiece of the American hotel lobby -- as more hotels experiment with new check-in procedures aimed at cutting down long lines and making guests feel more welcome. Consider:

* Plans for a Hotel Indigo in Durham include a circular, low-to-the-ground front desk resembling an information desk at the mall.

"If a front-desk person is checking someone in and they want to walk them to the elevator, they can do so very easily," said Natasha Gullett, an Indigo spokeswoman. In older hotels, clerks are "locked behind those front desks; they don't have that flexibility."

* The region's first Aloft hotel, to be built near Raleigh-Durham International Airport, is to include a circular "free floating" front desk that also will offer more flexibility.

* Durham's Wyndham hotel may be retrofitted with podium-like pods as part of a national redesign planned by the chain.

* Lifestyle Hospitality, which plans a boutique hotel in Durham, wants to do away with the front desk altogether. Employees with electronic tablets will greet guests, sign them in and walk them to their rooms.

"It's almost like walking into a private home, where the host approaches you," said Lifestyle CEO Steve Marx. "... You'd be crazy to think a traveler would not feel comforted or welcome by that."

Technology is a big part of the front-desk evolution. For years, clerks were tethered to the desk answering phones, working the cash register or guarding keys.

"Half the people who traveled wanted to write you a check," said Russ Smith, general manager at Embassy Suites in Cary. "It was a very mechanical process."

Today, kiosks allow guests to check in, get their keys, and check out without ever talking to a hotel employee. That unchains clerks from the desk, allowing them to pay closer attention to guests. They can walk guests to the fitness room, for instance, instead of just pointing.

At the Embassy Suites in Cary, those tasks are easier because of three check-in podiums that take the place of a traditional front desk.

About a quarter of Embassy Suites hotels feature the pods. Eventually, all of them will, Embassy spokeswoman Dawn Ray said.

The pods still function as old-fashioned desks for guests who prefer face-to-face service, about 90 percent of those who visit the 273-room Cary hotel.

The design has made it easier for front-desk clerks to help guests who have problems with kiosks. "When you're in the grocery store, and you're stuck, someone will come up and help you," Smith said. "We do the same thing. We just come out from the pods."

Not all guests are keen on the kiosks. Take Jim Turiano, 34, a systems engineer from Allenwood, N.J., who stayed at the Embassy Suites in Cary last week. He prefers the face-to-face check-in at the desk.

But in Cary, "I didn't know where to go," he said. "I saw a couple of folks hanging around in ties at the little pods. It was really confusing. I like to know where to go and know what to do. It's one of those comfort factors when you get to a hotel."

At least the pods made it easier for hotel representatives to assist him Wednesday when the kiosks stopped working.

Newsobserver.com

Non abbiate mai paura della vostra ombra. E' lì a significare che vicino, da qualche parte, c'é una luce che illumina.

aforisma milanese

Signore, fa che io possa sempre desiderare più di quanto riesca a realizzare

Michelangelo Buonarroti


«Italia.it, un cadavere da 45 milioni di euro»

L'assessore della Regione, Guido Pasi, definisce il portale nazionale del turismo una «ciofeca, non l'abbiamo mai voluto». L'Emilia Romagna non ha ancora curato i contenuti del sito, i fondi stanziati non arrivano e aspettando l'Enit, il nuovo gestore, la convenzione con il governo risulta non firmata
di Luca Monticelli dal sito LaStefani.it

«Italia.it è una ciofeca. Sono tre anni che lo diciamo, prima a Stanca e poi a Rutelli, ma niente. Il sito eccolo lì: è un cadavere che non verrà rianimato». Guido Pasi, assessore al Turismo dell'Emilia Romagna, conduce la rivolta delle Regioni contro il portale Italia.it, nato per promuovere su internet l'offerta turistica italiana con l'intento di competere con i più collaudati siti nazionali della Francia e della Spagna, da sempre citati a esempio. «Non funziona – spiega Pasi – è costoso, sbagliato e pieno di cappelle. Rutelli pensava fosse facile da far funzionare e ora se lo tenga, ma noi avevamo un altro progetto e da lì ripartiremo perché tanto Italia.it non ha nessun futuro». Pasi si riferisce a un portale del turismo interregionale, coordinato dalla Liguria, idea condivisa da una decina di regioni che lo Stato aveva già iniziato a sovvenzionare nel 2003 con una prima tranche da 200 mila euro. Dal dicastero dell'Innovazione nella Pubblica amministrazione traspare l'irritazione del ministro Nicolais e i suoi più stretti collaboratori riferiscono che «è assurdo parlare di un portale interregionale nel momento in cui esiste uno nazionale, forse è solo una questione di soldi».

Ma andiamo con ordine perché questa è una vicenda in cui i soldi c'entrano eccome. Il progetto di Italia.it è stato varato il 16 marzo 2004 dall'allora ministro per le Riforme e l'innovazione Luigi Stanca. Il piano piace al ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli e il 22 febbraio scorso ecco la messa online con una presentazione ufficiale in pompa magna a Milano, al Bit, borsa internazionale del turismo, nonostante il portale sia palesemente incompleto.

La realizzazione e la gestione di Italia.it è affidata al Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie (Dit) presso la Presidenza del Consiglio, a Sviluppo Italia attraverso Innovazione Italia Spa e al raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) selezionato per la fornitura: Ibm Italia, Its, Tiscover Ag.
Le critiche sono tante e immediate: i contenuti sono pochi e con molti errori, la grafica e l'usabilità non è un granchè, inaccessibile dal punto di vista degli standard mondiali dei siti internet. La pietra dello scandalo però è il costo totale dell'operazione: 45 milioni di euro, una somma enorme per un sito internet. Dei quali 21 destinati alle Regioni per produrre i contenuti, 4 per la redazione centrale che si occupa di quelli nazionali, 8 a Ibm (di cui Stanca è l'ex amministratore delegato) per la piattaforma tecnologica e 12 per "completarlo".

Oggi le regioni non sono ancora intervenute sul portale e i contenuti presenti online sono stati redatti da Rti; da qui le numerose proteste degli enti locali, tra cui la provincia di Rimini che nella sezione "Mari e coste" è genericamente indicata come "riviera adriatica".
«Non siamo mai potuti intervenire direttamente su i contenuti – ricorda Pasi – la macchina non è a nostra disposizione e mai lo sarà dicono i miei tecnici». E qui, l'ex segretario del Prc di Ravenna, si riferisce al fatto che anche quando la competenza sui contenuti verrà delegata alle regioni, comunque la pubblicazione dei prodotti avverrà, concretamente, solo dalla redazione centrale di Roma. «E' per una questione di uniformità – spiega l'ingegner Ciro Esposito, capo del Dit, e ricorda che – alcune regioni sono state più attive dell'Emilia Romagna e sono intervenute sui contenuti anche in questa fase, verificando i dati della redazione centrale e segnalando gli errori». Le associazioni di categoria non hanno avuto nessuna voce in capitolo ma nonostante l'isolamento gli umori sono contrastanti. Se per la Federalberghi emiliano-romagnola «non si può girare un film senza gli attori principali, che nel caso di Italia.it siamo noi»; la Confturismo «vede per la prima volta l’attenzione della politica nei confronti del turismo».

Poi, tornando ai soldi, quei 21 milioni di euro per le Regioni sono ancora fermi nelle casse dello Stato. Dal ministero di Nicolais fanno sapere che «è solo un problema burocratico in quanto tutte le delibere necessarie sono state firmate» e Pasi, aspettando i 7-800 mila euro destinati all'Emilia Romagna, dà il via al valzer delle cifre affermando che per Italia.it, «per quello che c’è ora sono già stati spesi 24 milioni». Secondo Esposito invece la cifra si aggira attorno ai 6 milioni di euro «somma relativa allo studio di fattibilità, alla piattaforma tecnologica e al primo set di contenuti», mentre Roberto Falavolti, amministratore delegato di Innovazione Italia, aveva dichiarato nei giorni scorsi che finora i pagamenti disposti erano di un solo milione di euro.

Su una cosa tutti sono d'accordo: la gestione di Italia.it passerà all'Enit, ente nazionale per il turismo. Intanto le decisioni vengono prese da "un comitato centrale" costituito da nove rappresentanti della Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome e più altre figure che fanno riferimento al Dipartimento del Turismo, a Sviluppo Italia, al Dipartimento delle politiche regionali, all'Enit, all'Anci, all'Upi e alle associazioni di categoria. La delegata della Regione Emilia Romagna è Stefania Sani che riconosce come il futuro del sito, e il conseguente passaggio di consegne all’Enit, sia legato «all'approvazione di una convenzione tra singole Regioni e Dit, un documento che consentirà alle Regioni di intervenire sul portale e di ricevere i fondi stanziati, ma che l'Emilia Romagna non ha ancora firmato».

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