Pubblicato da Mariano Paesani

giovedì 26 luglio 2007

Rassegna stampa 26 luglio 2007

La rassegna stampa del mondo dell’ospitalità

26 luglio 2007

(Hotels, ADV, Istituzioni,Trasporti, Associazioni, Normative e Leggi)

Cacciari chiede al governo di varare leggi specifiche per finanziare le città travolte dai turisti

Tassa sul lusso per Venezia

Aumentare l’Ici agli alberghi a cinque stelle e ai negozi di lusso. Ottenere dal governo il via libera per una nuova fiscalità, vendere case comunali per trovare le nuove risorse e garantire investimenti e welfare. E’ la ricetta illustrata ieri dal sindaco Cacciari per i prossimi tre anni, nel corso della «giunta strategica» convocata al Lido. Un bilancio di metà mandato, su cento schede preparate dal direttore generale Vincenzo Sabato. E soprattutto uno studio delle priorità e degli obiettivi da raggiungere prima della scadenza del 2010. La Colonia Morosini diretta da Giampietro Meneghetti e Nando Pannella, restaurata e rimessa a nuovo, è un centro modello per i bambini del Comune che vengono qui a passare le vacanze. Con i piccoli ospiti c’erano ieri sindaco e assessori, dirigenti, presidenti di municipalità. In mattinata la riunione ristretta sul bilancio, poi la riunione operativa e il «decalogo» del governo Cacciari. In mezzo, le sfide a calcetto con il sindaco molto arrabbiato perché sconfitto sul campo dal duo Vianello-Simionato.

Le criticità. «Non parleremo oggi delle cose che vanno bene», ha esordito Cacciari, «come gli asili nido, dove i posti sono aumentati, la governance delle nostre aziende, la riconversione di Marghera. Ma delle criticità che abbiamo individuato nel bilancio e nel welfare, nel turismo, nei lavori del tram. Che dovranno essere conclusi per il 2009».

Il turismo. «Nel 2007 arriveranno a Venezia 25 milioni di persone», attacca il sindaco, «quasi il doppio di quelli che avevano previsto gli esperti del Coses qualche anno fa. E per pulire la città si spendono 18 milioni di euro. Occorrono nuove risorse e noi chiediamo, purtroppo senza avere risposta, al governo di poter raccogliere nuovi fondi attraverso quella che è la nostra risorsa: il turismo». Ad esempio, ha detto Cacciari, «non si capisce perché a un albergo a 5 stelle si debba far pagare l’ici come a una casa, così per i negozi di lusso di San Marco che non possono andare oltre il 7 per mille dell’Imposta comunale sugli immobili. Occorre una modifica della legge, che il vicepremier Rutelli ci ha promesso».

I soldi. «Abbiamo previsto 120 milioni di euro di investimenti», spiega Vianello, «e una parte di questi li dovremo ricavare attraverso nuove alienazioni del nostro patrimonio. Non cartolarizzazioni, alienazioni. Ogni anno spendiamo per le manutenzioni tra Venezia e Mestre 60 milioni di euro». Un’ipotesi che però non trova il sostegno dell’assessore al Patrimonio Mara Rumiz. «E’ assurdo», ha detto, discutendo animatamente con Vianello, «abbiamo invece bisogno di aumentare il patrimonio pubblico per dare risposta all’emergenza casa».

Terminal. «Non è il caso di accampare scuse, ma è evidente che siamo in grave ritardo», dice Cacciari, «cerchiamo almeno di portare a compimento quello di Fusina. E poi di risistemare piazzale Roma, con la funicolare e il ponte di Calatrava, il sottopasso dal garage. E un nuovo corridoio pedonale dalla stazione people mover al Canal Grande. Poi ci occuperemo anche del Quadrante di Tessera.

Sublagunare. Tema che scotta, per un progetto che alcuni vedono come l’ultima goccia per far travolgere Venezia dalla marea del turismo. «E’ evidente che fra Tessera e l’Arsenale, se lo vogliamo rilanciare, occorre un collegamento veloce», si sbilancia Cacciari. Ma poi precisa: «Sul come farlo, vedremo». Non è detto insomma che sia il treno sotto la laguna. Potrebbe essere un nuovo collegamento, anche con vaporetti o motonavi veloci.

La Nuova di Venezia e Mestre - Alberto Vitucci

In undici nel Consorzio Astoi Incoming

Costituito oggi, è secondo Mantini dell'Osservatorio una scelta coerente con la Finanziaria

Si è costituito oggi a Milano Consorzio Astoi Incoming, nuova realtà che riunisce alcuni fra i più noti operatori del turismo ricettivo sotto l’egida dell’Associazione dei Tour Operator Italiani. Il Consorzio – che ha sede presso Astoi e si appoggia per ora sulla struttura organizzativa dell’associazione di Via Castelbarco - si propone di "promuovere in Italia e all'estero - afferma una nota - lo sviluppo e la valorizzazione delle attività turistiche italiane, dei servizi per il turismo incluso quello crocieristico e dei relativi distretti turistici territoriali". Ne fanno parte, in qualità di soci fondatori, 11 t.o. soci effettivi Astoi: Adeltur di Roma, Airontour di Napoli, Aviomar di Milano, Brevivet di Brescia, Costa Crociere di Genova, Cts Viaggi di Roma, Eden Viaggi di Pesaro, Hotelplan Italia di Milano, Viaggi del Mappamondo di Roma, I.c.i. International di Roma e Teorema Tour di Milano. “Nasce formalmente un progetto studiato a lungo -dichiara Giuseppe Boscoscuro, presidente dell'associazione - destinato non solo a riaffermare il ruolo cruciale che i tour operator di fatto hanno nello sviluppo del turismo incoming ma anche a fornire alle istituzioni, che governano il settore, un apparato di promozione e commerciale, frutto dell’apportocongiunto dei più esperti imprenditori privati”. Pierluigi Mantini, presidente dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo commenta: “Saluto con favore la nascita del Consorzio, senza dubbio uno strumento di crescita dimensionale necessario al nostro Paese. Inoltre è una scelta coerente con la finanziaria 2007 che prevede nuove politiche attive sul turismo”.

Starwood annuncia 7 Aloft in Texas

Grazie ad accordi con 4 società di investimento immobiliare

Starwood Hotels & Resorts Worldwide ha annunciato di aver concluso quattro diversi accordi con società di investimento immobiliare per aprire sette nuovi hotel, con brand Aloft Hotels, nello stato del Texas. Le società di investimento sono Hac Partners (che parteciperà all'investimento per la costruzione di tre nuovi alberghi rispettivamente a Frisco, Las Colinas e Plano), Summit Hotel Properties (Dallas), Santa Fe IV Hotel (Grapevine e San Antonio) e 5434 Westheimer (Houston). I lavori per la costruzione dell'albergo a Las Colinas sono partiti a marzo; per le restanti sei località si prevede l'inizio dei lavori a breve con consegna entro la fine del 2008.

Filippetti alla presidenza del Consorzio Astoi Incoming

In via di definizione invece il responsabile, che sarà presentato a settembre

“La stessa eterogeneità delle specializzazioni di ciascuna delle aziende partecipanti al Consorzio è indicatore delle enormi potenzialità che abbiamo: dai tour culturali delle città d’arte ai viaggi incentive, fiere e congressi, dai soggiorni balneari, montani e benessere, alle crociere, al turismo d’affari, a quello giovanile, senza dimenticare la capacità gestionale dei collegamenti verso e sul territorio italiano con voli charter e di linea; Consorzio Astoi Incoming si presenta con un know how condiviso a 360 gradi, che consentirà di sviluppare azioni incisive e di supporto al turismo italiano in tutte le sue sfaccettature. Siamo una realtà dinamica, pronta a cogliere tutte le opportunità di una domanda globale, tanto nelle provenienze quanto negli interessi”. Così il neo-eletto presidente del Consorzio Astoi Incoming Nardo Filippetti. Nominato anche il Consiglio Direttivo: ne fanno parte, oltre al presidente di Astoi, che ne è componente di diritto, Luciano Adami (Aviomar), Angelo Adamo (Adeltur), Riccardo Bertoli (Brevivet), Gianluigi Capurro (Costa Crociere), Roberto Corbella (Cts Viaggi), Angelo De Negri (Airontour), Nardo Filippetti (Eden Viaggi), Andrea Mele (Viaggi del Mappamondo), Anna Schuepbach (Hotelplan Italia), Vittoriano Scotti (Teorema Tour) e Mary Tortoriello (I.c.i. International Incoming Center). A settembre saranno presentati il marchio commerciale, il logo e i programmi operativi nonché il responsabile del consorzio per il quale sono in corso già da qualche settimana le selezioni che si concluderanno con la fine di agosto.

Regione Liguria, nuova iniziativa promozionale in Germania

Insieme a Costa crociere e al Gruppo Unicredit

Si terrà oggi a Genova la conferenza stampa di Regione Liguria, Costa Crociere e Gruppo Unicredit per la presentazione di una nuova iniziativa promozionale della Liguria in Germania.

Alla conferenza stampa parteciperanno il presidente Claudio Burlando, l’assessore al Turismo Margherita Bozzano, il direttore generale di Costa Crociere Gianni Onorato e il direttore regionale Liguria -Piemonte Sud di Unicredit Banca Carlo De Falco.

Le presenze alberghiere a Roma in aumento del 10,39% dal '97

Alla fine dell'anno dovrebbero superare quota 20 milioni

La crescita delle presenze negli hotel di Roma è stata di cinque milioni dal 1997. E' quanto ha valutato l'Ente bilaterale del turismo della Regione Lazio, secondo cui se il trend del primo semestre fosse comfermato, alla fine del 2007 le presenze raggiungeranno quota 20 milioni 159.796. Si tratterebbe di un +10,39% rispetto a dieci anni fa.

In Italia il 21% delle entrate di Nh Hoteles

La Spagna ha avuto una crescita dell'8%

In Italia, escludendo le acquisizioni di Jolly Hotels e Framon, le entrate alberghiere del gruppo Nh Hoteles sono cresciute del 6%, le entrate per stanza disponibile sono aumentate dell’8% grazie ad un forte aumento del prezzo medio dell’8%. Considerando anche le nuove acquisizioni e aperture, l’unità operativa italiana rappresenta attualmente il 21% delle entrate di Nh Hoteles, dopo la Spagna e il Benelux.

La Spagna, senza contare le entrate di alberghi recentemente aperti, ha avuto una crescita dell’8%, con aumenti di prezzo soprattutto nelle città più importanti. L’unità operativa spagnola, sempre escludendo le nuove aperture, ha avuto maggiori entrate raggiungendo 207,8 mln di euro e un aumento dell'Ebitda del 21%.

Uvet-Amex: bt in progressione del 20%

E il settore leisure nel 2007 crescerà del 7%

“Un primo semestre positivo e la nostra divisione bt sta crescendo ad un ritmo del +20% rispetto al 2006”. E’ quanto annuncia il presidente di Uvet-Amex Luca Patanè, che a questa agenzia di stampa annuncia una forte politica tecnologica di svecchiamento per le agenzie. “Tra settembre e ottobre – avverte Patanè – sarà introdotto il Dynamics Strategy, un sistema di Crm che avrà una versione light per le agenzie partner e permetterà di storicizzare il rapporto con la clientela, contribuendo a differenziare i nostri servizi rispetto a quelli della concorrenza”. Dopo aver registrato nel 2006 un giro d’affari di un miliardo di euro, per la holding si stima una crescita di fatturato nell’ordine dell’8/9% nel 2007, con un +7% per il settore turismo, che nel 2006 era salito già del 10% con 185 milioni di fatturato intermediato.

GVupdate

A che cosa serve il budgeting?

Il budget rappresenta uno dei più importanti strumenti nelle tecniche di “direzione scientifica” aziendali. Negli ultimi decenni la complessità di gestione e l’aumento di variabili da prevedere e considerare nello svolgimento di determinati processi aziendali hanno fatto sì che il fallimento o il successo degli stessi sia, in buona parte legati ad un efficiente svolgimento delle operazioni di programmazione, coordinamento e controllo dinamico di cui il budget si compone.

Oggi tutto si misura in termini di profitti. Una direzione degna di essere chiamata moderna, al fine di contrastare la concorrenza, deve, in anticipo indicare la “rotta” con l’impiego di efficienti tecniche per assicurare il controllo ed il coordinamento degli sforzi aziendali durante il processo operativo.

Quello di cui ci si prefigge di parlare è di uno strumento di contabilità che la dirigenza aziendale si trova a disporre per attuare e risolvere i problemi di una corretta, precisa e puntuale attività di programmazione e controllo dell’attività d’impresa. Non a caso il termine budgeting si rivolge all’intero processo programmazione, di preparazione, di controllo di rapporti, d’impiego e di procedure connesse al budget.

Il budgeting

Il budgeting permette alla dirigenza aziendale di essere, non solo informata in tempo utile sull’andamento delle performances d’azienda, ma consente altresì ai managers di prevedere anzitempo le conseguenze delle propri decisioni sulle disponibilità finanziarie, sui profitti d’impresa nonché sulla produzione e le vendite.

In tal modo si ha la possibilità di porre in essere tutte le scelte documentate e gli accorgimenti necessari, in corso d’opera che consentano di massimizzare i risultati di un impiego coordinato dei mezzi e delle risorse tutte, uomini compresi, di cui si dispone in azienda.

Possiamo così costatare come, la tecnica del budgeting rappresenti un ottimo strumento a disposizione delle direzioni aziendali per esercitare un controllo accurato a priori e a posteriori dei costi e degli impieghi dei diversi fattori produttivi con la conseguente possibilità di eliminare i possibili sprechi creando una vera e propria “coscienza dei costi” nella direzione d’azienda.

Le funzioni del budget all’interno dell’azienda

Il successo dell’azienda è di fatto legato alla ricerca continua e allo studio sistematico di nuovi prodotti e nuove linee d’azione nonché tecniche di gestione sempre più all’avanguardia il cui obiettivo unico è l’incremento del tasso redditività.

Programmazione - la programmazione strategica aggrega attività eterogenee e collegate allo stesso tempo: fase operativa, fase organizzativa e individuazione degli obiettivi aziendali.

La programmazione si divide in due periodi: quella di breve e quella di lungo periodo.

Esecuzione - trattasi, all’interno della funzione direzionale della fase operativa ossia dell’azione.

Controllo - il controllo presuppone la fissazione degli obiettivi, dei programmi, e delle politiche e di questi garantirne il conseguimento ed il rispetto.

Valutazione dei processi di programmazione, esecuzione e controllo per migliorare l’azione futura - elementi fondamentali del processo di miglioramento sono: il ritorno delle informazioni ed una continua ed attenta ricerca del miglioramento.

Il budget delle vendite

In ogni tipo d’azienda, a prescindere dalle difficoltà, pratiche e di carattere tecnico nella formulazione delle previsioni delle quantità dei prodotti destinati alla vendita e quindi dei ricavi di vendita, il budget di vendita assume un ruolo fondamentale.

In regime di concorrenza, il piano di previsione delle vendite deve necessariamente essere costruito sulla base del complesso d’attività ed operazioni che ci si può ragionevolmente aspettare di realizzare nel periodo di riferimento preso in considerazione nel piano stesso.

Affinché un programma di budget delle vendite sia realistico è necessaria un’accurata ed esatta e seria previsione delle vendite. Sono proprio questi gli elementi da cui dipendono il successo o il fallimento del programma medesimo.

E’ bene tenere presente che l’esattezza delle previsioni di vendita risulta dalla combinazione di due fattori fondamentali: 1) la cura con la quale le previsioni vengono da vendita sono effettuate; 2) il serio sforzo durante tutto il periodo di budget per consentire il conseguimento degli obiettivi espressi nelle previsioni. Quest’ultimo fattore è molto significativo, ammesso che le previsioni sono state effettivamente realistiche.

Il budget delle vendite costituisce la sezione ricavi del piano dei profitti comprendendo tanto le quantità che i ricavi di vendita.

La formulazione delle previsioni deve essere realizzata sia per lunghi sia per brevi periodi: la maggior parte delle aziende fa seri sforzi per proiettare le tendenze di vendita a cinque, dieci o più anni in avanti. Naturalmente queste previsioni a lungo termine non sono che dei tentativi e perciò vanno rivisti di volta in volta.

Nondimeno è essenziale che l’azienda abbia alcuni obiettivi di lungo termine, e che siano d’incentivo nella determinazione della posizione che l’azienda desidera occupare nei mercati di cui intende diventare parte integrante. Gli obiettivi aziendali a lungo termine devono, inoltre, comprendere: considerazioni sui nuovi prodotti, sul reddito, sugli investimenti, sulle ricerche e sullo sviluppo geografico.

Ovviamente le previsioni di vendita costituiscono la componente chiave della programmazione a lungo termine invece le previsioni di breve periodo, generalmente riguardanti un solo anno, mettono “a fuoco” la parte corrente delle previsioni di vendita di lungo termine.

Importante è sottolineare che la formazione del budget delle vendite non è costituita dagli sforzi rivolti a stimare e congetturare la quantità di prodotti che saranno effettivamente venduti, ma piuttosto dallo sviluppo di un piano con degli obiettivi chiaramente definiti verso i quali devono essere rivolti tutti gli sforzi in modo da raggiungere o superare detti obiettivi.

Un adeguato e completo budget delle vendite deve tuttavia indicare, in aggiunta alle quantità e ai ricavi annuali, anche le:

- vendite mensile / trimestrali;

- vendite per prodotto;

- vendite per zona.

Nel determinare il budget delle vendite, la direzione deve decidere se formulare le previsioni in termini di quantità e valore o solo in termini di valore. Lo sviluppo delle previsioni di vendita comporta nell’azienda, la considerazione dei seguenti fattori fondamentali:

1. Fattori interni: esperienza di vendita passata, la politica dei prezzi, i costi e le condizioni finanziarie.

2. La situazione economica nazionale, l’estensione geografica delle operazioni, il settore industriale e l’azienda stessa.

3. Le attitudini e le caratteristiche dei clienti potenziali.

4. La natura e la portata della concorrenza.

5. La situazione nazionale ed internazionale ed i suoi effetti sul mercato.

6. La promozione degli sforzi programmati.

7. I costi di distribuzione relativi

8. La tendenza del controllo governativo e la legislazione relativa.

La responsabilità del budget delle vendite varia naturalmente da azienda ad azienda per diversi fattori come le dimensioni dell’azienda, la sua organizzazione, il tipo d’attività, la complessità delle situazioni, i problemi tecnici e i metodi di previsione impiegati.

FrontPoint Europe

Stati Uniti: punto di svolta per il futuro dell’economia?

Alla presentazione del Monetary Policy Report il presidente della Federal Reserve Ben Bernake ha mostrato lo stato dell’economia statunitense e quali sono le prospettive per il futuro. Invertire la tendenza che vede un rallentamento della crescita del settore immobiliare e scoraggiare le pratiche abusive che hanno accompagnato la forte espansione del settore del credito a privati sono i punti cruciali per il rilancio e una progressiva stabilizzazione dell’economia statunitense. Bernake ha poi aggiunto che sarà compito della Fed sostenere il dollaro tenendo costantemente monitorati i prezzi al consumo per evitare la crescita dell’inflazione e favorire la crescita del Pil.

La presentazione del Monetary Policy Report

La presentazione alla Camera dei Rappresentanti del Monetary Policy Report, seguita dalla replica al Senato, da parte del presidente della Federal Riserve Ben Bernake ha consegnato agli analisti un quadro della situazione dell’economia statunitense che risultava in parte noto. Nel rapporto consegnato da Bernake ai deputati statunitensi non sono state presentate novità riguardanti le stime per la crescita dell’economia e l’andamento delle variabili inflazionistiche poiché si è deciso di focalizzare l’attenzione della Federal Reserve su due comparti economici che destano forti preoccupazioni negli analisti e sui mercati finanziari.

Il presidente della Fed ha iniziato il suo intervento portando all’attenzione della Camera la difficile situazione in cui versa il mercato immobiliare statunitense, afflitto da un forte rallentamento già da qualche tempo il comparto desta le maggiori preoccupazioni negli analisti economici perché direttamente collegato al settore dei mutui bancari e perché è da sempre considerato uno dei settori fondamentali dell’economia statunitense.Secondo le stime presentate da Bernake esiste una buona possibilità che il rallentamento del settore immobiliare possa durare più a lungo di quanto previsto e che le condizioni del comparto potranno subire ulteriori peggioramenti prima di tornare a crescere e migliorare. La crisi del settore dell’immobiliare porterà per questo ad un rallentamento della richiesta dei mutui definiti “subprime”, mutui ad alto richio di insolvenza, che rischia di provocare perdite ingenti nelle obbligazioni garantite da tali mutui. Le stime della Federal Reserve riguardanti le probabili perdite nel settore obbligazionario legato ai subprime si attestano tra i 50 e i 100 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti, ma Bernake ha tenuto a precisare come non ci sia nulla di sbagliato in linea di principio nei prodotti strutturati, come le cartolarizzazioni di mutui ipotecari. Le accuse del presidente della Fed sono invece state rivolte verso quelle che Bernake ha definito pratiche abusive che hanno favorito l’espansione del comparto del credito e dei mutui ai privati anche a coloro che non garantivano una solidità patrimoniale adeguata. Per contrastare questi atteggiamenti pericolosi per la stabilità del settore del credito il presidente della Fed ha dichiarato che saranno prese misure di controllo appropriate per scoraggiare la concessione di credito a coloro i quali sono impossibilitati a garantire una solidità patrimoniale adeguata.

La presentazione di questa prima parte del Monetary Policy Report ha portato a reazioni positive sui mercati valutari e le parole di Bernake riguardanti gli impegni della Fed per il controllo del settore del credito sono state apprezzate dagli analisti finanziari perché considerate un primo importante passo verso una maggiore trasparenza in un settore fondamentale dell’economia statunitense.

Sugli stessi mercati valutari si è però registrata una nuova battuta d’arresto negli scambi della valuta statunitense con le valute dell’area europea. Le quotazioni degli scambi sterlina-dollaro si sono assestate a 2,055 dollari per sterlina, facendo segnare il peggior record per la moneta statunitense negli scambi con valuta inglese degli ultimi 27 anni. Gli scambi euro-dollaro sembrano invece mantenere un maggiore equilibrio assestandosi a 1,38 dollari per euro.La revisione al ribasso delle stime di crescita dell’economia statunitense contenute nel Monetary Policy Report e riguardanti la seconda metà del 2007 non hanno certamente favorito il dollaro sui mercati internazionali e la Federal Reserve ha previsto che la crescita del Prodotto Interno Lordo si fermerà tra il 2,25% e il 2,5% contro le previsioni del report presentato a febbraio del 2007 che prospettavano una crescita tra il 2,5% e il 3%. Secondo le valutazioni presentate da Bernake un incremento della crescita si avrà nel 2008, anche se si parla di un trend positivo che dovrebbe portare ad una crescita stimata tra il 2,5 ed il 2,75% che risulterebbe essere comunque inferiore rispetto alle stime presentate a febbraio dalla Federal Reserve.

Parlando successivamente di inflazione Bernake ha poi ribadito che la linea della Fed seguirà le politiche già attuate in passato che prevedono il controllo e un continuo monitoraggio dei prezzi al consumo effettuati dagli analisti della Banca Centrale nonostante si sia notato un moderato rallentamento dell’inflazione, che secondo Bernake potrebbe essere però il risultato di situazioni congiunturali transitorie. Le stime della Federal Reserve indicano che l’andamento dei prezzi al consumo potrebbe avere un trend tendente al ribasso durante il corso del 2007 e nel 2008, ma il presidente della Fed ha tenuto a precisare che con un elevato utilizzo dei fattori produttivi come quello statunitense l’attenzione sugli indici dell’inflazione non potrà che rimanere alta.

Analisti di istituti privati come la Bank of New York Mellon Corporation hanno spiegato in report pubblicati successivamente all’intervento di Bernake come le imprese statunitensi stiano beneficiando della valuta debole focalizzando l’attenzione sul controllo dei costi e sul recupero dell’efficienza generale e secondo alcuni di questi una possibile fase di consolidamento dovrebbe essere causata dalla liquidità nel sistema e dalla propensione al rischio da parte degli investitori. Per gli analisti di New York è inoltre probabile che negli Stati Uniti si registri una crescita economica sopra la media nel corso del secondo semestre 2007 dovuta al rallentamento della flessione del settore dell’edilizia residenziale, ad un crescente accumulo delle scorte e ad una crescita delle esportazioni nette.

Voci contrastanti sul futuro dell’economia statunitense

Le rassicurazioni date da Ben Bernake sul futuro dell’economia statunitense non sembrano riuscire a fermare le polemiche di alcuni analisti indipendenti che concordano nell’affermare che le stime degli ultimi 15 anni della produzione industriale statunitense sembrano indicare un inevitabile quanto pericoloso declino. Negli ultimi anni la percentuale di esportazione di beni e servizi statunitensi si è ridotta fino a rappresentare una parte sempre minore del totale dei prodotti e del commercio a livello mondiale tanto da vedere paesi come la Germania superare gli Stati Uniti nella quota di esportazioni. Contemporaneamente il debito della Federal Reserve è giunto nel 2006 a sfiorare i 7.600 miliardi di dollari che si prevede arriveranno ad essere 8.200 alla fine del 2007.

Dal Settembre 2001 la lotta globale al terrorismo è costata al Pentagono più di 750 miliardi di dollari con un incremento stimato di 600 milioni di dollari annui, mentre gli stanziamenti per l’assistenza ai paesi islamici moderati e ad Israele hanno raggiunto gli 8 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti mantengono nel mondo 737 basi militari terrestri e una forza aeronavale composta da 75 unità nucleari o convenzionali senza contare incrociatori, fregate, corvette, naviglio di difesa costiero e le 4.450.000 tonnellate di trasporti e piattaforme militari. Solo in Iraq e Afghanistan sono impegnati 200.000 militari statunitensi e le missioni sono costate al paese nell’anno fiscale 2006 187 miliardi di dollari. Il costo della guerra in Iraq negli ultimi cinque anni ha raggiunto i 657 miliardi di dollari e gli stanziamenti statunitensi per esercito, marina e aviazione previsti per il 2008 raggiungeranno i 640 miliardi dollari, con un incremento di 15 miliardi di dollari rispetto 625 miliardi stanziati dall’amministrazione Bush per il 2007.

Le scelte statunitensi per l’economia sono sempre state caratterizzate da un basso grado di interventismo statale nella politica interna e da continue richieste di abbattimento delle barriere protezionistiche sui mercati internazionali. Sono sempre più numerosi però gli economisti che chiedono una maggiore regolamentazione dell’economia da parte del governo centrale, di misure di welfare e di scelte volte ad avviare qualche forma di protezionismo e la riforma delle organizzazioni economiche internazionali.

Conclusioni

Le scelte dei governi statunitensi riguardanti gli stanziamenti federali sono da sempre caratterizzate da alte spese per la Difesa e solo in pochi casi, come sotto la presidenza Eisenhower, il Governo di Washington è stato capace di bloccare la crescita della spesa per il Pentagono. Negli ultimi anni la situazione sembra essersi fatta realmente preoccupante poiché alla crescita degli stanziamenti per difendere ed esportare la democrazia nel mondo si è avuto un costante incremento del debito pubblico statunitense e la Federal Reserve non ha mai richiesto al Presidente Bush un impegno deciso volto a risanare almeno in parte il debito statunitense.

L’arrivo alla Casa Bianca di un presidente democratico potrebbe portare ad un’inversione di tendenza perché il ritiro delle truppe americane in Iraq e la scelta di affidarsi maggiormente a soluzioni diplomatiche per dirimere le questioni internazionali porterebbero ad un sicuro ridimensionamento delle spese per la Difesa.

Il rifiuto di Bush di estendere la copertura sanitaria pubblica ai bambini delle famiglie più povere ha portato ad aspre polemiche e gran parte dell’opinione pubblica statunitense chiede ora misure di welfare in favore di quel 15% della popolazione che non è in grado di pagare la copertura sanitaria ad assicurazioni private. Questi cambiamenti nell’opinione pubblica potrebbero presto portare a soluzioni diverse nello stanziamento dei fondi federali, diventando al contempo il punto di partenza verso un completo cambiamento delle dottrine e delle scelte delle amministrazioni statunitensi riguardanti l’economia.

Equilibri - Simone Comi

Boom time for Singapore hotels

Singapore hotels crossed a historic threshold last month, chalking an all-time high average room rate of $210 a night.

Not only was this the first time the $200 mark has been breached - thanks in part to the Great Singapore Sale and conferences hosted here - it also represents a 22.6 per cent jump in average room rates over the same month last year.

According to Singapore Tourism Board (STB) data, gazetted hotels generated $164.3 million in room revenues, a 26 per cent growth over June 2006 figures. Average occupancy hovered around the 86 per cent mark for the third straight month.

And some hoteliers are expecting more good tidings ahead, with the peak tourist months in the latter part of the year still to come.

"The main reason for the rise in rates is incremental demand. The primary contribution to the boost in demand is the increase in the number of corporate travellers attending meetings, conferences and exhibitions," said Mr Mohamed Yusof, the director of yield management and business development at the Royal Plaza on Scotts.

Speaking to Today before the STB's latest performance report was released, he predicted that room rates would continue their climb.

Even the smaller industry players are optimistic.

"The outlook for world travel is positive, with more budget airlines and growing third world economies enabling more people to travel," said Mr David Wee, general manager and executive director of the New 7th Storey Hotel.

Rising room rates are a barometer for the tourism industry, which hit record highs for the first half of this year. The STB estimates the country received $6.4 billion in receipts from 4.9 million visitor arrivals.

Compared to the same period in 2006, this is a 9 per cent growth in tourism receipts and a 5.2 per cent increase in visitor arrivals. "We have also seen record high visitor arrivals for each month this year compared to the same month in previous years," said Mr Lim Neo Chian, STB chief executive and deputy chairman.

June alone saw 848,000 visitors, a growth of 7.5 per cent over June 2006; with visitors from Indonesia (180,000), India (81,000) and China (77,000) comprising the top three markets. The markets of Vietnam, the Philippines and India registered the highest growths.

With STB targeting 10.2 million visitor arrivals and $13.6 billion in receipts by the year's end, first-half figures give STB reason to smile.

"If the industry continues to sustain the growth momentum, STB is confident 2007 targets will be met. Historically, higher visitor arrivals are posted in the second half of the year during the peak travel months of July, August, and December," said Mr Lim.

TodayOnLine Jul 26, 07 | 1:59 am By Joseph Yadao

Non importa se un gatto è bianco o nero, finché cattura i topi.

Deng Xiaoping

Chi non è portato a considerare la vita come un valore, è proprio colui che l’apprezza di più. Sotto tale punto di vista è certo che l’uomo saggio usa bene il suo cuore senza però provare mai attaccamento.

Xi Kang

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